“... La ‘Taverna Manghisi’ animata da Mastru Tanasi in funzione di oste-giullare, sul finire degli anni ‘60, spopolava. Diverse furono le occasioni di frequentare, con Uccello (amico di
Mastru Tanasi e
janiattinisi pure lui) e con altri amici comuni, questo paradiso della natura e del buon mangiare, dove i continui refoli di fresco alimentati dal quieto Manghisi (rinomato per le brade trote di cui andavo pazzo Mascagni), ti mettevano brividi di piacere e ti spalancavano la ‘bocca’ dello stomaco. Qui si assaporavano
pitittedda e camurrii:
‘ntuppateddi di satra ciavurusa, vinu ca stuppa tutti li purtusa, mpanateddi fatti da gna Nana, quagghi a maturra, crapa sarbagghia a craunara, panza caura a strica sali ...’. Era il santuario dello star bene assieme, questa ‘Taverna’: qui il cibo si faceva cultura e la cultura diventava cibo: le schermaglie Uccello-Tanasi, Tanasi-Uccello tra una portata e l'altra, erano il giusto viatico per la digestione, che, indugiando a tavola, si faceva via via sempre più impegnativa e laboriosa.”
- Pitittedda e Camurrii della Taverna Manghisi di Mastru Tanasi
- Della Taverna Manghisi scrisse, raccontando di un suo viaggio in Italia, Beatrice Tauss in
“A lemon, a pear, a sprig of thyme – The little things really count in Italy”;
The New York Times, July 8, 1973 (Section: Travel and Resorts, p.3)
- articolo originale in lingua inglese (download PDF)
- traduzione in lingua italiana a cura di Elena Corsino (download PDF)
- Nello Blancato, Cera una volta ... Manghisi. La Taverna di Mastru Tanasi,
Cammino (Settimanale Diocesano di Siracusa), Anno XXX, n. 3 (19 Gennaio 2012), p. 3