Insegnante di scuola elementare, fu anche appassionato sindacalista e convinto difensore dei diritti dei braccianti, cuoco rinomato e travolgente oste, umile e commosso poeta della sua terra, fondatore e anima di un gruppo di canto popolare (Majaria), con il quale portò in giro per il mondo emozioni, suoni e storie del suo paese natale. Amava farsi chiamare mastru: si considerava infatti niente di più che un modesto “artigiano” del sapere e delle tradizioni del mondo contadino.
In prossimità del ponte che scavalca il fiume Manghisi, ai margini della strada che collega Palazzolo Acreide a Noto, Mastru Tanasi costruì, sul finire degli anni ‘60, la sua (al tempo, presto famosa) “Taverna Manghisi”, preceduta un paio di anni prima dal “Vecchio Mulino di Manghisi”; quei luoghi, ai quali fu sempre intimamente legato, divennero, negli anni a venire, il suo agreste “rifugio”, la sua amatissima curnera ri paci.
Moriva il 17 giugno 2005 nella sua casa di Siracusa.
- Vincenzo Bondì, Ricordando Sebastiano Tanasi (Canicattini Bagni, Aula Consiliare, 17 Novembre 2006)